“La mia storia è unica agli occhi degli altri perché il mio limite, non avere le braccia, è molto più evidente rispetto ai limiti che tutti abbiamo. Ho capito di poter fungere da specchio: guardando me, la gente ritrova se stessa. Se io, che sono fatta così, considero la mia unicità una possibilità e non un limite, perché non puoi farlo anche tu? ” (Simona Atzori, 2017)
Simona Atzori nasce a Milano nel 1974. I suoi genitori provengono dalla Sardegna ma si conoscono a Milano, città in cui le rispettive famiglie si sono trasferite per lavoro. Fin da piccola è una bambina vivace e piena di sogni tra i quali la pittura e la danza, che coltiva grazie al supporto della famiglia. Simona è nata senza braccia, ma ha utilizzato da sempre le sue gambe e i suoi piedi come braccia e mani. Ha capito sin da piccola che spesso “i limiti non sono reali. Ce li poniamo noi, o ce li pongono gli altri e noi, semplicemente, lasciamo germogliare e crescere le idee di noi che ci trasmettono”-
Simona inizia a danzare a sei anni seguendo corsi di danza classica e pochi anni più tardi si avvicina all’altra sua grande passione, la pittura. Scopre il mondo dei colori grazie alla sorella Gioia: “Gioia disegnava, io mi mettevo lì accanto e la guardavo incantata cercando di imitarla, ansiosa di diventare come lei”. A otto anni entra a far parte dell’Associazione internazionale dei pittori che dipingono con la bocca e con il piede (V.D.M.F.K.). Per affinare le sue competenze decide di seguire corsi e prendere lezioni. Vive tutto come un gioco: scopre, si avvicina e si appassiona a diverse tecniche pittoriche come l’acquerello, per anni la sua tecnica preferita. A dieci anni comincia a seguire le lezioni di disegno della professoressa Daniela che le insegna ad amare l’arte del ritratto e del corpo umano. Impara a dipingere i movimenti e così avvicina la pittura e la danza “Potevo provare a tradurre in pittura le emozioni che la danza mi permetteva di vivere”.
Frequenta l’Accademia di belle arti di Brera a Milano (tanto sognata durante il liceo) e la Facoltà di Lingue e letterature straniere, ma prosegue i suoi studi alla University of Western Ontario nella Facoltà di Visual Arts. Qui si concentra sulla pittura senza mai tralasciare la danza; è ambasciatrice per la Danza nel Grande Giubileo del 2000; nello stesso anno ritira a Roma il premio Michelangelo e incontra per la prima volta Andrea, colui che chiamerà amore. Nel 2001 si laurea in Visual Arts.
Qualche anno dopo, nel 2006, è la protagonista della cerimonia di apertura delle paraolimpiadi di Torino. Da questo momento comincia ad esibirsi in molti altri eventi. Nel 2009 Simona danza durante due tappe dello spettacolo “Roberto Bolle and friends”; nel 2012 apre la quarta serata del festival di Sanremo; nel 2017 danza al Festival dei due mondi di Spoleto.
In alcune delle sue esibizioni più celebri alterna la realizzazione di un quadro in scena con parti coreografiche, così entrambe acquistano eguale importanza nella performance: “danza e pittura erano da sempre le due forme d’arte più vicine a me, […] La ricerca di un’unione è sempre stato il senso della mia creazione artistica. La danza è un attimo: l’emozione dura il tempo dello spettacolo, poi tutto sembra svanire scivolando via”.
Non sembra aver mai perso la passione per l’una o per l’altra. Dal 2008 i suoi quadri si possono ammirare in Mostre Permanenti a Londra e in Canada e partecipa a mostre collettive e personali in tutto il mondo. Nel 2010 nasce la SimonArte Dance company, che ha all’attivo tre produzioni in collaborazione con danzatori del Teatro alla Scala di Milano “Me”, “Cosa ti manca per essere felice?”, “Una stanza viola”.
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- voce a cura di Sara Pesci – laureata in Filosofia e scienze e tecniche psicologiche presso l’Università degli studi di Perugia e attualmente studia Psicologia Clinica presso l’Università di Trento. Appassionata di danza e di tutto ciò che lascia spazio, esprime o mette in scena il sentire profondo. Partecipa al gruppo SCRIBUNT: (Gruppo di) Scrittura di Biografie – Università di Trento (referenti Dott.ssa Maria Barbone; Dott.ssa Susanna Pedrotti; Prof.ssa Lucia Rodler).