Meri Lao

Milano 1928 - 2017
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Nasce a Milano, da genitori anarchici, antifascisti e anticlericali appena rientrati in patria dopo otto anni di Sudamerica. I coniugi Franco “La Merica” l’avevano fatta con successo installando macchine per fabbricare la pasta, ma ormai stranieri in Italia decidono di riprendere l’avventura dell’emigrazione con la bimba di due anni: America, appunto, detta Meri.
Prima infanzia a Buenos Aires, poi a Montevideo dove già viveva uno zio campione di nuoto e possessore di una biblioteca “esoterica”, paradossale pungolo per la formazione di quella bambina che da allora sarà immersa in buone letture, buon teatro, buon cinema, buona musica. L’Argentina e l’Uruguay, in prima linea e in prima fila negli anni 1930-50 nei settori delle politiche sociali e dell’istruzione, richiamavano il meglio degli artisti e degli uomini di cultura. A 17 anni conosce Pablo Neruda e poco più che adolescente si impegna nel giornale «Italia Libera» e nella «Voce Italiana», programma radiofonico di cui cura la rubrica letteraria e musicale. Sono quelli anni formativi in cui Meri impara a tradurre, testimoniare, andare in scena, insegnare ed esercitare la critica, quella critica indignata, umoristica, sarcastica che sarà una delle sue cifre stilistiche.
Sperimentatrice, è scrittrice e musicista da sempre. Scoperta la naturale inclinazione per la musica, inizia a studiare pianoforte, a 16 anni tiene i primi concerti e a 21 conclude gli studi all’Instituto Formación Profesores Agregados dell’Uruguay, ottenendo il titolo di insegnante di Musica e contestualmente l’assegnazione del posto pubblico. Irrequieta e curiosa, Meri frequenta al contempo il corso “Arte y Teatro Moderno” presso la Facultad de Humanidades, dove si laurea con due tesi Personajes femeninos en la obra de Ibsen e Futurismo: el arte de los ruidos.
Nel 1949 si sposa con Folco Lao, ex ufficiale della Marina italiana che progettava e costruiva case wrightiane. Il piccolo appartamento della giovane coppia, in mezzo ai teatri del centro di Montevideo, è un luogo di riunione di musicisti, letterati, architetti. In quell’atmosfera culturalmente densa, nel 1950 decide di tradurre in spagnolo Il Console di Gian Carlo Menotti per il Colón di Buenos Aires e la Storia dell’Architettura Moderna di Bruno Zevi.
Nel 1953 salpa per Parigi da sola, dove si forma e perfeziona con la pianista Eliane Richepin, maestra e amica entrañable il cui marito, Tristan Richepin, le farà da impresario nel fortunato decennio della sua carriera pianistica. L’attività musicale proseguirà poi con concerti alternati a conferenze su Luigi Nono, Aldo Clementi e la musica d’avanguardia più in generale.
Alla fine del 1954 il figlio Curzio nasce a Roma, dove Meri si è ormai stabilita e dove l’attività letteraria e di etnomusicologa “impegnata” assume via via forme sempre più compiute. Nel 1965 l’invasione degli USA nella Repubblica Dominicana le ispira la Cronologia delle invasioni imperialistiche nell’America Latina, che verrà pubblicata sui Quaderni Piacentini, mentre a Parigi l’editore Maspero dà alle stampe Basta! Chants de témoignage et de révolte de l’Amérique Latine, inedita raccolta di canti di protesta di un intero continente corredata da traduzioni e trascrizioni su pentagramma.
Eternamente in viaggio tra Parigi, America Latina e l’appartamento di Trastevere, con il ’68 ormai alle porte Meri frequenta rivoluzionari, guerriglieri, latinoamericani di passaggio in Europa, conosce Violeta Parra, e Atahualpa Yupanqui. Tra il 1969 e il 1971 si stabilisce a Cuba, dove “trascina” marito e figlio. Lì lavora all’ICAIC insegnando musica applicata al cinema di animazione, e all’ICR come consulente radio e TV. Quel periodo di intenso fervore politico e sociale la vede impegnata nella traduzione spagnola di Lettera a una professoressa di Don Milani, che conoscerà ripetute edizioni in Uruguay e Argentina.
Chiusa la parentesi cubana, Meri torna definitivamente a Roma, dove l’amicizia con Astor Piazzolla (che affida a lei la scrittura di tutti i suoi programmi di sala in Italia e in Svizzera) inaugura uno dei filoni principali della sua sfaccettata produzione artistica: quella dedicata al tango. Sul genere musicale rioplatense scrive nel 1975 Tempo di tango (La storia, lo sfondo sociale, i testi, i personaggi, la fortuna e il revival).
A partire dagli anni ’70, l’appassionata poliedricità di Meri si concentra su temi legati alle donne; nel 1976 fa scalpore il suo Musica strega. Per la ricerca di una dimensione femminile nella musica, ritenuto il primo gender’s study in materia. E sarà proprio un suo laboratorio di vocalità femminile legata al gesto ad attirare l’attenzione di Federico Fellini, allora in cerca di “femmine mostruose” per La città delle donne. L’amicizia con Fellini (che userà la sua canzone Una donna senza uomo come elemento drammaturgico scatenante una nota sequenza) ha su Meri un forte valore maieutico: la porta infatti a interpretare se stessa in una scena del film e la stimola al contempo ad avviare quella ricerca sulle Sirene di cui è oggi una delle maggiori esperte mondiali. Ecco spiegato perché, pubblicato nel 1985, Le Sirene (da Omero ai pompieri) porta la dedica «A Federico Fellini, mostro che mostra e mostrifica, Sirena egli stesso».
Gli anni di insegnamento di Storia della Musica e del Teatro nei licei sperimentali di Roma, le collaborazioni con riviste e giornali latinoamericani e italiani (dal 1985 al 1987 cura la rubrica «Il tango della settimana» nel settimanale umoristico Tango dell’«Unità»), nonché le molteplici attività legate al mondo del genere musicale rioplatense – da lei coltivato per oltre un trentennio come saggista, commediografa, pianista, compositrice, cantautrice, conferenziera – inducono Meri a fondare nel 1995, insieme a Roman Gubern, l’Accademia Scientifica del Tango e del Bolero in Italia, istituita presso l’Istituto Cervantes di Roma.
Il suo testo più intimo e profondo resta Il vicino di sotto / El vecino de abajo (1999), opera autobiografica bilingue dove a cantare sono le molteplici anime di Meri Lao, donna irregolarmente vulcanica, testimone irriverente da oltre sessant’anni di panorami musicali, sociali, politici e poetici non solo europei.
Nei primi anni del XXI secolo, Meri dà alle stampe Todo Tango. Cronache di una lunga convivenza, summa sui generis di un mondo culturale e sociale prima che musicale.
A coronamento di un’esplosiva attività creatrice, Meri Lao ha ricevuto nel 2001 il Premio Tenco per l’opera di diffusione della canzone latinoamericana, nel 2007 il Premio Musica Europa alla Carriera del Versilia Jazz Festival e, nel 2008, il premio Capri dell’Enigma – Letteratura.
Nel 2013 pubblica il Dizionario maniacale del Sette, sorta di raccolta enciclopedica che spiega in 777 voci il significato del numero in tutte le epoche e culture, spaziando dall’arte alla religione, dalla canzone alla scienza.
Meri Lao è autrice di una mostra (rimasta inedita) dedicata all’uovo, ai molteplici usi, significati e ruoli attribuiti a questa forma nel corso dei secoli in ogni campo dello scibile umano. Ultime opere-omaggio alle sue due grandi passioni sono i filmati antologici Sirene nel cinema internazionale e Tango nel cinema internazionale, ragionati e raffinati montaggi delle scene più rappresentative di film (tutti in versione originale) dai primi del Novecento al 2014.

Fonti, risorse bibliografiche, siti

Il Sito ufficiale

Intervista sul sito Tango.it

Video del coro-inno commissionato da Federico Fellini

Referenze iconografiche: immagini dal sito ufficiale.

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Luciana Cisbani

Traduttrice dal francese per irriducibile passione, docente di italiano L2 per sana ideologia, redattrice geografa e lessicografa per fortuiti casi, da grande vorrebbe ricominciare tutto da capo. E vivere ballando.

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