Donna vagabonda e intrepida, Ida de Saint-Elme fu cortigiana, avventuriera, attrice, nonché autrice delle celebri Mémoires d’une contemporaine. Per la sua libertà (sempre rivendicata) e le sue relazioni con ufficiali francesi, in continua polemica e competizione con Napoleone (1769-1821), si attirò le antipatie sia di legittimisti che di bonapartisti. Molti sono i problemi di veridicità della biografia, di esattezza della grafia del nome, della originalità delle opere a causa della scarsità di documenti.
Secondo le sue memorie che firmò come Ida de Sant-Elme, ella nacque a Vallombrosa (Firenze) sulle rive dell’Arno il 27 settembre 1778, dove la famiglia sarebbe fuggita per motivi politici. Suo padre era il duca ungherese caduto in disgrazia Leopold Ferdinand Tolstoj e la madre la nobile ereditiera olandese Alida van Aylde-Jonghe. Bambina precoce, venne educata alla scherma, all’equitazione, al biliardo, imparò dalla madre sei lingue e dal padre ascoltò poesie in latino e italiano. Si trasferì ad Amsterdam dopo la morte del padre e appena quindicenne sposò un nobile olandese simpatizzante dei francesi. Difficile valutare quanto di romanzesco vi sia in questo quadro. Secondo altri studiosi infatti, la nascita di Maria Elselina avvenne nel 1776 a Lith, un villaggio nella parte orientale del Brabante (Paesi Bassi), ultima figlia dopo sei maschi del vicario Gerrit Versfelt (1735-1781) e di Alida de Jong (1738-1828), figlia di un governatore di Kamperland; dopo la morte del padre e il trasferimento della madre vedova ad Amsterdam con i figli, sposò nel 1792 Jan Ringeling Claasz (1768-1801), figlio di un mercante, da cui ebbe due bambini, Klaas (1793-1831) e Alida Maria (1794-1798) affidati al padre dopo il divorzio causato dall’adulterio con l’ufficiale francese Jean Victor Marie Moreau (1763-1813), rivale di Napoleone, che fece di lei una cortigiana. Negli anni 1796-1797 lasciò i Paesi Bassi per visitare la Francia rivoluzionaria. La sua bellezza sedusse molti ammiratori e seguì Moreau nelle campagne militari vestita in abiti maschili, temeraria e desiderosa di gloria, senza però mai prestare servizio militare. L’amore per i viaggi e i travestimenti la avvicinano a George Sand, e ad altre figure: nel periodo rivoluzionario il travestimento esaltava l’eguaglianza della donna, come enunciato nella Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina di Olympe de Gouges (1748-1793), e l’androginia di tutti gli esseri umani, mettendo in evidenza tanto la relatività dell’identità sessuale e delle sue costruzioni culturali e il fascino di questa ambiguità.
Marie viaggiò con Moreau attraverso la Germania meridionale, visse poi con lui a Parigi frequentando il bel mondo e posò seminuda per lo scultore François-Frédéric Lemot (1772-1827) prendendo il soprannome La contemporaine dall’opera di marmo esposta al Salon col titolo La femme endormie, voluta dall’ufficiale per immortalare nel mito neoclassico la sua favorita. Dopo un viaggio a Milano, troncò nel 1799 la relazione con Moreau; cominciò allora a farsi chiamare Ida de Saint-Elme perché aveva sposato il conte Alfred de Saint-Elme (1780- s.d.), ufficiale napoleonico, o forse come semplice pseudonimo, dal momento che si era unita a una compagnia di attori girovaghi viaggiando in Italia e Francia, tentando senza successo la carriera di attrice dopo un esordio positivo al Thèatre Français nel 1800 a Parigi. Cominciò una relazione con il maresciallo francese Michel Ney (1769-1815), durata fino alla fucilazione di questi voluta dai Borboni per tradimento. Dopo l’abdicazione di Napoleone Ney aveva infatti aderito alla monarchia di Luigi XVIII (1755-1824) e aveva poi seguito nuovamente l’imperatore combattendo eroicamente a Waterloo. Ney non voleva che lei lo seguisse durante le campagne militari. Nel 1807 durante la battaglia di Eylau in Prussia, ora Polonia, fu ferita da un colpo di sciabola sopra l’occhio sinistro avendo il suo “battesimo della gloria”. Nel 1809 su iniziativa di Napoleone venne nominata lettrice di corte presso Elisa Baciocchi (1777-1820), granduchessa di Toscana, nonché sorella maggiore dell’imperatore, e venne incaricata di una missione diplomatica alla corte di Napoli dell’altra sorella Carolina (1782-1839) e del marito Gioacchino Murat (1767-1815). Si inserì nella complessa trama di rapporti familiari dei Bonaparte con missioni di fiducia e fu probabilmente anche informatrice della polizia di Joseph Fouché (1754-1820).
A Milano incontrò il poeta Vincenzo Monti (1754-1828). Lasciò il lavoro ben presto per seguire Ney nella campagna di Russia giungendo fino a Mosca prima dell’incendio provocato dai russi. Dopo la morte di Ney, una vera tragedia per lei, fu spesso dal 1820 in poi a Londra, conoscendo molte personalità fra cui l’attore Edmund Kean (1787-1833). Nel 1824 era di nuovo a Parigi dove conviveva con un certo Leopold che veniva presentato come figlio adottivo mentre probabilmente era suo amante. Negli anni successivi si dedicò alla scrittura dei suoi ricordi, le Mémoires d’une contemporaine ou Souvenirs d’una femme sur le principaux personnages de la Republique, de Consulat, de l’Empire et de la Restauration, probabilmente con la revisione dei giornalisti che lavoravano per l’editore Ladvocat. L’opera fiume, pubblicata in otto volumi dal 1827-1828, si inserisce nel filone di memorie femminili come quella di Madame Stéphanie Félicité De Genlis (1746-1830) con audaci rivelazioni sulla società del tempo. La biografia spregiudicata della cortigiana, ricca di aneddoti e riferimenti a personaggi ancora viventi all’epoca, ebbe un successo straordinario. Sull’onda della moda esotica lanciata dalle campagne egiziane napoleoniche e dopo l’incontro con l’archeologo Giovanni Battista Belzoni (1778-1823), ebbe l’idea di scrivere La contemporaine in Egypte, à Smyrne, Malte et Alger, pubblicato in sei volumi con minor successo negli anni 1829-30 durante la Restaurazione, seguiti da altri libri ancor meno fortunati. Le sue memorie testimoniano in uno spirito romanzesco e anticonformista – che suscitò anche accuse di diffamazione – gli eventi e i personaggi dalla Rivoluzione alla Restaurazione e le valsero gli epiteti di “Casanova al femminile” e “Vedova della Grande Armata”. Morì in disagio economico nell’ospizio delle Orsoline a Bruxelles il 19 maggio 1845.
Maria Johanna Elzelina Tolstoy-van Aylde Jonghe
detta Ida de Saint-Elme
Fonti, risorse bibliografiche, siti
Ida de Saint-Elme, Mémoires d'une contemporaine ou Souvenirs d'une femme sur le principaux personnages de la Republique, de Consulat, de l'Empire et de la Restauration, Ladvocat, Paris, 1828
Ida de Saint-Elme, La contemporaine in Egypte, à Smyrne, Malte et Alger, Ladvocat, Paris, 1830
Jacques Jourquin, Souvenirs d'une cortisane de la Grand Armèe (1792-1815), Tallandier, Paris, 2004
Maria Luisa Silvestre, Adriana Valerio, Donne in viaggio, Laterza, Bari, 1999
Referenze iconografiche: Ida de Saint-Elme, 1820 circa. Fonte: Napoleon Series. Immagine in pubblico dominio.
Rosangela Lupinacci
Nata a Nesso (Como), nel 1957, è giornalista professionista freelance, laureata in Scienze Politiche a Bologna, ex allieva dell’Istituto per la Formazione al Giornalismo di Milano, collaboratrice di quotidiani e periodici per esteri, cronaca e cultura e promotrice della lettura.