Maddalena Casulana

Lombardia o Toscana 1540 ca. - notizie sino al 1591
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«Di questa nostra età musa e sirena»
(Angelo Gardano, nel Primo libro dei madrigali a tre voci di Philippe de Monte, Venezia 1582)

Nata probabilmente attorno al 1540, Maddalena Casulana, compositrice, liutista, organista e cantatrice, è passata alla storia come Maddalena de Mezari detta “Casulana” o “Casulana Vicentina”. I due appellativi potrebbero derivare rispettivamente dalla provenienza geografica, oggi individuata nel Comune di Casole D’Elsa in provincia di Siena[1] – diversamente da quanto attestato in studi più datati che la fissavano in Brescia, e dal luogo in cui ella svolse parte della sua attività, Vicenza. Il cognome (riportato per i fatti della sua vita posteriori al 1571), invece, potrebbe ricondursi a un matrimonio contratto con tal de Mezari (o Mezari) identificabile con Giacomo Mezari, uno dei partecipanti alla fondazione (Verona, 28 marzo 1556) dell’Accademia alla Vittoria e suo membro ancora nel 1564, anno in cui l’organismo confluisce nell’Accademia Filarmonica (anch’essa operante a Verona).
Nebulosi, quindi, i primi dati biografici e, del resto, poco si conosce con certezza di tutta la sua vita, i termini della quale sono per lo più desumibili dalle dediche contenute nelle sue opere o da riferimenti di altri compositori o scrittori del tardo Rinascimento. Ad ogni modo, si sa che a Casole, centro musicale all’epoca di Maddalena molto fiorente dove qualche anno prima operava il compositore e architetto Fra’ Leonardo Morelli, detto Casulano, si compie la prima formazione musicale di Maddalena che, in seguito, ritroviamo alla corte medicea di Firenze, incoraggiata a perseguire l’attività professionale di compositrice da Isabella de’ Medici, la quale le assicura protezione e le commissiona quella che sarà la prima opera interamente sua, Il primo libro de’ madrigali a quattro voci. Pubblicata nel 1568, la raccolta si apre con una dedica della compositrice alla sua mecenate, molto interessante per la storia femminile considerato che vi si può leggere, tra l’altro, della necessità di

«mostrare al mondo (..in questa profession delle musica) il vano error de gl’huomini, che degli alti doni dell’intelletto tanto si credono patroni che par loro ch’alle Donne non possono medesimamente esser communi».

È una vera e propria rivendicazione del ruolo delle donne nell’arte della musica, questa, che fa il paio con l’essere la Casulana la prima donna ad ottenere la pubblicazione delle proprie composizioni: si tratta dei suoi primi quattro madrigali apparsi nel 1566 raccolti in un’antologia di autori vari intitolata Il Desiderio. Primo libro a quattro voci, cui fanno seguito altre composizioni incluse in ulteriori due antologie (stampate l’anno dopo) intitolate Terzo libro del Desiderio. Madrigali a quattro voci e Il Gaudio. Primo libro de’ madrigali a tre voci, ambedue curate dal compositore e cantante Giulio Bonagiunta e pubblicate dallo stampatore Girolamo Scotto di Venezia. Dotata di notevoli qualità artistiche e diplomatiche, Maddalena riesce a instaurare profondi legami con ambienti veneziani, veronesi, vicentini e padovani, soprattutto nell’ambito di quel genere di rappresentazione che, sorta nel XVI secolo, sarà poi chiamata, nei secoli successivi, commedia dell’arte, avendo modo di confrontarsi con compositori e scrittori dell’epoca che svolgono la propria attività anche, o in alcuni casi esclusivamente, fuori dalla corte medicea, tra i quali Philippe De Monte, Orlando Di Lasso, Stefano Rossetto, Antonio Molino (detto “Burchiella” o “Manoli Blessi”) e Giambattista Maganza il Vecchio. Particolarmente profondo appare il suo legame con Antonio Molino che, già settantenne, apprende da Maddalena l’arte della composizione dichiarandosi suo allievo e definendo i suoi insegnamenti «talmente abili da suscitare ardentemente nuovi desideri di gloria anche nella più vetusta intelligenza»[2].
Oltre al rapporto con Molino, fondamentale per la Casulana è il rapporto con Orlando di Lasso (maestro di cappella alla corte del Duca Alberto V di Baviera) che le consente di acquisire ulteriore notorietà: infatti è proprio di Lasso che, avendola conosciuta nel 1567 a Venezia, la invita l’anno successivo a scrivere una composizione da presentare in occasione del matrimonio di Guglielmo V (figlio del Duca di Baviera) con Renata di Lorena e a partecipare alle stesse celebrazioni nuziali a Monaco in veste di compositrice e cantatrice. In risposta all’invito Maddalena compone il mottetto a cinque voci su testo di Nicolò Stopio Nil mage iucundum[3], cantato alle celebrazioni nuziali (nel resoconto stilato da Massimo Troiano, compositore, poeta ed annalista di corte, presente all’evento, si possono leggere grandi lodi della Casulana compositrice, dal che si può desumere che ella non avesse partecipato all’evento anche come cantatrice). Ritroviamo poco dopo Maddalena a Vicenza, in contatto con il poeta, pittore e liutista Giambattista Maganza che, nel 1569, con lo pseudonimo di Magagnò, le dedica alcune rime in “lingua rustica” (vernacolo) altamente celebrative ma, al contempo, assai audaci, cantando di lei non solo le abilità artistiche ma anche la bellezza e la forte sensualità. Ormai ben nota negli ambienti di corte e in quelli accademici, nel 1570 Maddalena pubblica (sempre con lo stampatore Scotto di Venezia) la sua seconda raccolta intitolata Il secondo libro de’ madrigali a quattro voci con dedica ad Antonio Londonio (potente ufficiale governativo milanese del quale ella riesce ad assicurarsi i favori con evidente abilità diplomatica).
Le testimonianze del periodo sembrano avvalorare la supposizione che Maddalena si fosse, nel frattempo, stabilita a Milano: il musicista Nicolò Tagliaferro, infatti, descrive nel suo scritto Esercizi Filosofici le esibizioni di Maddalena e di altre due “virtuose” cantatrici di quel periodo, Vittoria Moschella e Sudetta Fumia, affermando con riferimento alla Casulana che «sì come con le sudette di sopra io tenni strettissima conversatione in Napoli, così con costei io la tenni in Milano» e continuando con il dire che Maddalena anziché il canto prediligesse la composizione, arte nella quale «ella si dilettò molto, anzi più di quello che a profession donnesca conviensi». Il soggiorno milanese chiude probabilmente il rapporto di Maddalena con la corte medicea[4], ma non quello con la corte bavarese come si può desumere dalla sua presenza a Vienna tra l’agosto e il settembre del 1571, in occasione dei festeggiamenti per il matrimonio di Carlo II d’Asburgo (arciduca d’Austria e fratello dell’imperatore del Sacro Romano Impero Massimiliano II) con Maria Anna di Baviera (figlia del Duca Alberto V), oltre che dalla notizia di una sua presenza nel 1572 in Francia, dove ella si reca in visita a Elisabetta d’Austria (figlia dell’imperatore Massimiliano II e, dal 1570, regina di Francia in seguito alle nozze con Carlo IX di Valois) che in tale occasione le elargisce una somma di 500 lire francesi[5].
Dopo questa visita mancano notizie che possano essere reputate certe, ma è ritenuto verosimile che Maddalena abbia trascorso i primi anni Settanta del Cinquecento alla corte viennese dove sarebbe entrata in contatto con altri famosi musicisti dell’epoca tra i quali Mauro Sinibaldi e sua moglie Marta di Mechelen, Andrea e Giovanni Gabrieli, Alessandro Striggio e sua moglie Virginia Vagnuoli, Giovanni Battista della Gostena. Ad ogni modo ritroviamo notizie certe di Maddalena dal 1582, anno in cui ella partecipa a un banchetto a Perugia, dove «La Casolana famosa dopo cena cantò al liuto di musica divinamente»[6].
Nello stesso anno il tipografo veneziano Angelo Gardano le dedica il Primo libro dei madrigali a tre voci di Philippe de Monte con un verso celebrativo di un poeta dell’epoca che la definisce “Di questa nostra età Musa e Sirena”[7].
Ormai all’acme della notorietà, nel 1583 Maddalena pubblica la sua ultima opera pervenutaci, Il primo libro de’ madrigali a cinque voci: in esso si legge la dedica al conte Mario Bevilacqua, personaggio di spicco dell’Accademia Filarmonica di Verona, e il ringraziamento per averle consentito di dimostrare le sue qualità artistiche presso la stessa Accademia. Sempre nel 1583, Maddalena è a Verona in un’esibizione all’Accademia Olimpica[8] che sembra essere stato l’ultimo atto della sua attività artistica, sulla quale non vi sono ulteriori documenti. Le due raccolte di madrigali a quattro voci dal titolo Casulana, spirituali primo & secondo citate in un catalogo pubblicato nel 1591 dall’editore veneziano Giacomo Vincenti, infatti, potrebbero in realtà non essere mai state scritte considerando che nessun’altra fonte dell’epoca cita opere di carattere sacro ascrivibili alla Casulana. Notizie certe della musicista mancano per il seguito della sua vita e per la data della morte, indicata da alcuni studiosi fra il 1586 e il 1590.
Dubbia anche l’iconografia di Maddalena della quale un ritratto era sicuramente conservato in una collezione austriaca di provenienza ferrarese insieme con quelli di Isabetta e Lucietta Pellizzari, musiciste vicentine salariate dal 1582 al 1587 da quella stessa Accademia Olimpica dove nel 1583 avviene l’ultima esibizione nota della Casulana.

NOTE
1. Maddalena è menzionata tra i musicisti di origine senese «che fiorirono con maggior lode» da Giulio Piccolomini in Siena illustre per antichità.
2. Così Molino in Dilettevoli madrigali a quattro voci. Peraltro da un rapporto epistolare tra Molino e la Casulana si può evincere la loro differenza d’età: settantunenne lui, trentenne lei.
3. Del mottetto è stato tramandato il testo nella trascrizione fattane dal Troiano, mentre è andata perduta la musica.
4. È questa un’ipotesi avvalorata dalle mutate condizioni di forza interne al Granducato di Toscana e, soprattutto, in considerazione della perdita di potere che colpisce Isabella de Medici, protettrice della Casulana. A quel tempo, infatti, a Firenze le lotte intestine dilagano senza freno e, del resto, corrono ormai gli ultimi anni di governo del Granduca Cosimo I de Medici, padre di Isabella che di lì a poco, nel 1576, rimarrà uccisa per mano del marito tradito, Paolo Giordano Orsini.
5. Negli atti della Tesoreria Francese conservati presso la Biblioteca Nazionale di Francia (Paris, BNF F-Pn Clairambault 233, pp.3471-3472) si trova la quietanza di questa donazione firmata da Maddalena il 9 agosto 1572: «A damoiselle Magdelaine Casulana de Vincentia l’une des damoiselles de l’imperatrice la somme de cinque cents livres tom[ois]… dont ledit Seigneur luy a faict don en faveur de la Royne et pour luy donner moyen de supporter les fraiz et despences qu’elle a faicte d’allemagne in France estant venu trouver leurdits Majestez de la part de l’empereur et de l’imperatrice».
6. Cronaca di Perugia dal 1578 al 1586 di Giambattista Crispolti.
7. In exergo.
8. Di essa è memoria negli atti della stessa Accademia: Nel genaro pure di quest’anno fu letta in pubblica Accad.a ridottasi per la venuta di due ragguardeuoli soggetti [..]la Pastorale del S.r Fabio Pace. Vi fu gran concerto di stromenti, e, cantò la virtuosa Maddalena Casulana Vicentina, recitando distinta composiz[ion]e il S.r Gio. Batta. Titoni Acc. Ol. e poi vi fu Banchetto. Dalla lettura degli stessi atti si evince che l’esibizione della Casulana fu di altissimo livello.
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Fonti, risorse bibliografiche, siti

Donna G. Cardamone, Isabella Medici-Orsini: a Portrait of Self-Affirmation, in
Todd M. Borgerding, Gender, sexuality and early music, New York, Routledge, 2002

Thomasin K. LaMay, Maddalena Casulana: My body knows unheard of songs, in
Todd M. Borgerding, Gender, sexuality and early music, New York, Routledge, 2002

Beatrice Pescerelli, I madrigali di Maddalena Casulana, Firenze, Olschki, 1979

Residori Sonia, Maddalena, dedicato solo a te, in «Giornale di Vicenza», 6 novembre 2003, a cura della Biblioteca Bertoliana

Massimo Troiano, Dialoghi di Massimo Troiano, libro terzo, in Die Munchner
Furstenhochzeit von 1568, Monaco di Baviera, Verlag Emil Katzbichler, 1980

Madrigali di Maddalena su YouTube: Stavasi il mio bel sol, Madrigals

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Maria Adele Ambrosio

Pianista, musicologa, conferenziere al Festival Internazionale di Mezza Estate di Tagliacozzo, catalogatrice di fondi della Biblioteca del Conservatorio Santa Cecilia, ha redatto note di sala e 50 voci biografiche pubblicate con il patrocinio della Regione Lazio, ha curato la realizzazione di eventi musicali, la traduzione, revisione e ampliamento di alcune lettere di un dizionario musicale inglese e la trascrizione filologica di libretti della commedeja pe museca. Ha studiato Storia della musica per danza. Collabora con riviste musicali. È laureanda in Giurisprudenza con tesi sulle Fondazioni liriche e impegnata nel completamento degli studi di composizione.

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