*Il testo di questa voce è tratto da www.biografiesindacali.it
Socialista ed emancipazionista, nacque a Milano il 19 agosto 1855 da Giacomo e Carolina Pedrioli, Linda Malnati frequentò i circoli democratici del capoluogo lombardo e negli anni successivi diede il proprio impegno alle nascenti organizzazioni del movimento operaio e di quello femminista.
Maestra nelle scuole comunali di Milano dal 1875, fin dal 1891, assieme ad Anna Kuliscioff e alla compagna di vita e di lotta Carlotta Clerici, anche lei maestra, si impegnò per l’organizzazione delle lavoratrici all’interno della Camera del Lavoro promuovendo una federazione femminile che poi ebbe vita nel 1895.
Nel 1893 fu fra i dodici promotori della Sezione Maestre e Maestri e con Carlotta Clerici venne nominata nel primo comitato direttivo. Nello stesso periodo fu tra le fondatrici e per anni fu leader della Lega per la tutela degli interessi femminili. Alternò all’attività politica anche quella di autrice di testi scolastici, pubblicista, conferenziera, attiva anche all’interno dell’Università Popolare di Milano.
Eletta nella Commissione esecutiva della Camera del Lavoro per la prima volta nel 1893 in rappresentanza delle maestre e poi in altre elezioni negli anni successivi, Linda Malnati fu tra le leader dal 1895 della Federazione femminile mista, promuovendo l’organizzazione e le lotte di tessitrici, mondine, impiegate, pellicciaie, cartaie e delle lavoranti in prodotti chimici e farmaceutici.
Nella metà degli anni Novanta Linda Malnati entrò a far parte del Consiglio direttivo della Società Umanitaria (1894) e rappresentò la Lega di tutela degli interessi femminili nei consigli direttivi delle Opere Pie cittadine e nell’Assemblea dell’Unione Cooperativa, presentando nel 1896 il tema dell’eleggibilità delle donne nel Consiglio direttivo e ottenendo un voto favorevole, che pure poi non si concretizzò in una elezione.
La sua attività in questi anni fu instancabile, per l’istruzione delle ragazze, per la parità di salario delle maestre e delle donne in generale, per il diritto di voto, per una riforma democratica della scuola, attiva in tutte le mobilitazioni a favore degli interessi delle lavoratrici e delle donne. Diresse in questi anni, insieme con la maestra socialista torinese Emilia Mariani, la rivista «Vita femminile», organo della Federazione delle Leghe di tutela italiane.
Durante i moti del maggio 1898 scese in piazza accanto alle operaie e fu per questo deferita al Consiglio provinciale con l’accusa di avere svolto opera di propaganda politica tra gli allievi, quindi sospesa dall’insegnamento per tre mesi. Reagì al provvedimento rivendicando il diritto alla libertà di pensiero e di azione per sé e per ogni cittadino. La riapertura della Camera del Lavoro si celebrò il 15 aprile 1900, giorno di Pasqua, e in quell’occasione Linda Malnati, a nome delle donne della Sezione insegnanti, “gli uomini esortò a mandar le donne alla Camera del Lavoro, ove imparano la dignità personale e si educano alla vita politica”.
Negli anni della giunta popolare milanese, collaborò con l’amministrazione per l’istituzione della mensa scolastica gratuita per tutti gli alunni e per la riforma dell’orfanotrofio femminile delle Stelline.
Nel 1903, assieme a Carlotta Clerici, organizzò a Como il primo Congresso delle maestre elementari e poco dopo fondò il Comitato per il risveglio dell’attività femminile, con l’obbiettivo di contendere l’egemonia maschile all’interno dell’Associazione Magistrale Milanese, evidente nonostante la maggiore presenza di donne all’interno dell’organizzazione. Sempre nel 1903 Linda Malnati entrò a far parte della Federazione socialista milanese, dalla quale però in breve si dimise, insofferente della timidezza del Partito verso la causa suffragista. Rimase comunque costantemente impegnata nel Partito socialista e negli anni continuò a ribadire la necessità di una articolazione socialista femminile.
Come rappresentante della Lega di Tutela degli interessi femminili partecipò ai maggiori congressi femminili di età giolittiana. Con Carlotta Clerici e Maria Biggi in Cabrini promosse e rappresentò le socialiste nel Comitato Pro voto milanese, nato nel 1905. Nel 1908 una sua mozione contro l’insegnamento religioso nelle scuole provocò una spaccatura all’interno del Consiglio Nazionale delle Donne Italiane (Cndi) e la fuoriuscita delle cattoliche.
La lunga gestazione di una unione femminile socialista lasciò Linda Malnati come molte socialiste nella scomoda posizione di continuare la battaglia per il voto in seno ai Comitati Pro voto, ottenendone attacchi sempre più violenti dal resto del Partito che si avviava verso l’intransigenza antiborghese. Nel 1906 Linda Malnati, affiancata da Angelica Balabanoff, ottenne un primo risultato quando la direzione nazionale del Partito acconsentì a far organizzare, parallelamente al Congresso nazionale socialista che quell’anno si svolgeva a Roma, un primo Convegno nazionale femminile socialista, che inaugurò una consuetudine formalizzatasi però solo dal 1912.
Nel 1909, a cinquantaquattro anni, Linda Malnati venne eletta nel direttivo dell’Unione Magistrale nazionale e poco dopo andò in pensione dall’insegnamento attivo, continuando la sua attività politica e sociale. Dal 1910 l’organizzazione femminile socialista aveva avuto una accelerazione grazie al deciso intervento di Anna Kuliscioff, che fino a quel momento aveva invece scoraggiato la doppia militanza di classe e di sesso.
La rinnovata latitanza del partito sul tema del voto alle donne in vista della campagna per il suffragio universale portò sul piede di guerra Linda Malnati e la stessa Kuliscioff che, in una celebre disputa sui giornali nota come “polemica in famiglia” si oppose al compagno di vita e segretario del partito Filippo Turati. Anna Kuliscioff promosse quindi la nascita di una Lega socialista per il suffragio femminile e il combattivo Gruppo femminile socialista milanese, guidato da Linda Malnati e Carlotta Clerici, assunse nella campagna per il suffragio universale del 1911 un ruolo di primo piano. Nel 1913, in una nuova spinta in avanti, Malnati e Clerici sottoscrissero un documento della Società pro suffragio che dichiarava la conquista del voto il fine e non il mezzo dell’azione politica femminile e per questo vennero minacciate di espulsione dal partito socialista, che ottenne il ritiro sofferto delle due maestre dalla società Pro suffragio.
Apertamente pacifista, durante il primo conflitto mondiale, fondò con Carlotta Clerici il Comitato Pro-umanità per promuovere la neutralità italiana al conflitto, svolgendo poi a guerra divampata un’intensa opera di assistenza civile in qualità di vicepresidente dell’Ufficio II, istituito dalla giunta socialista Caldara per soccorrere le famiglie dei richiamati e dei profughi. Dal 1914 al 1920 fu amministratrice dell’orfanotrofio femminile Le Stelline, del quale era già stata consigliera, coronando una vita di dedizione all’istruzione femminile. Si ritirò poi a Blevio, dove morì il 22 ottobre 1921.