A una persona di buone letture il ponte della Ghisolfa probabilmente evocherà Giovanni Testori, che nel 1958 pubblicò un libro con quel titolo. A un cinefilo verrà in mente Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti, ispirato da quel libro. A un militante politico evocherà il circolo anarchico al quale aderiva Pino Pinelli, prima di volar giù da una finestra della questura di Milano. A un milanese qualsiasi indicherà un luogo, dalle parti della Bovisa, Milano nord. Lì c’è il lungo viale Monteceneri, con un trafficatissimo viadotto sopraelevato che traversa viale Certosa, via Mac Mahon e altro. Una frazione infinitesima di quanti ci passano conosce l’esistenza di una stupefacente oasi di verde e tranquillità quasi sotto il viadotto. Bisogna andare dietro il grande edificio della scuola media Piatti per trovare, in via Castellino da Castello, un nucleo di edifici di mattoni rossi del 1927 dove ha sede una delle due più sorprendenti scuole elementari – perché dovremmo subire il malvezzo burocratico di chiamare “primarie” le scuole “degli elementi”? – di Milano (l’altra è la “Casa del Sole”, del 1922) la “Rinnovata”. Nel territorio comunale di Milano ci sono più di duecento scuole: se tutte avessero la struttura della Rinnovata, l’urbanistica della intera città sarebbe radicalmente – e felicemente – diversa, quella di una città-giardino. È questo il tallone d’Achille della esperienza della Rinnovata: per quanto eccellente non può essere un modello replicabile e infatti in un secolo esatto è rimasta unica.
Giuseppina Pizzigoni, milanese, nata il 23 marzo dello stesso anno di Montessori, a diciotto anni conseguì il diploma di maestra, fu assunta dal Comune nel 1889 e iniziò la sua attività con diversi incarichi.
Nel 1909 il commendator Vigliardi Paravia, il cavalier Ercole Marelli e il dottor Marco De Marchi promettono di aiutarla ad attuare la sua idea di scuola nuova. Altri sottoscrittori sono Felice Bisleri e la Cassa di risparmio. La ricerca di fondi e di appoggi autorevoli continua e nasce un Comitato Promotore, presieduto dal senatore Giovanni Celoria, con l’adesione dello psicologo Treves, del neurologo Medea, degli scienziati Calzecchi e Murani, del ministro dell’agricoltura Mauri e di molti altri rappresentati del mondo della cultura e dell’imprenditoria lombarda. Il commissario prefettizio concede un terreno in località “Ghisolfa” e l’uso di un padiglione prefabbricato. Sul terreno sorgono un campo per le esercitazioni agricole, un apiario, un pollaio, infrastrutture per il gioco e lo sport all’aria aperta. Nel 1911 il Comune di Milano autorizza l’inizio di un esperimento di riforma del metodo d’insegnamento che inizia con due sezioni di classe prima, aperte di fianco alla scuola comunale. Sono accolti 64 scolari suddivisi in due classi miste.
La “Rinnovata” sorge in una Milano animata da fervore industrioso e industriale, città cosmopolita, aperta all’incontro proficuo tra il mondo imprenditoriale e il mondo della cultura; città accogliente e tollerante, colta e tecnocratica, culla dei futuristi e ancora vicina ai benefici influssi culturali di Vienna. Luogo di una risposta moderna alla sfida della trasformazione industriale e commerciale, Milano sa capire la “bellezza della modernità”: a Milano l’“Esposizione universale” nel 1906 si fece davvero, per celebrare il traforo del Sempione. È anche una Milano povera (su 541.148 abitanti, nel 1905, 37.927 famiglie vivono in una stanza sola e 34.860 persone non hanno un tetto sicuro) accanto alla Milano ricca e solidale che segue la tradizione secolare di pie opere e che inaugura pure la moderna, positivista, laica filantropia – si veda la Società Umanitaria – quella che Carlo Emilio Gadda descriveva come “sodalità cordiale” e “provvidenze civili”.
In quella scuola si attua un metodo sperimentale, poi illustrato in numerose opere di didattica. Il metodo Pizzigoni si fonda sull’osservazione dal vero; ancora oggi è ispirato all’idea di una didattica attiva, alternativa al verbalismo: luogo per eccellenza dell’apprendimento è la natura e in particolare l’attività agraria, che permette di educare il bambino nella sua globalità psicofisica, perché in grado di coinvolgerlo dal punto di vista sensoriale, corporeo e affettivo. In origine l’agraria rappresenta anche il contatto con il mondo del lavoro che i bambini avrebbero incontrato dopo la scuola e si rivolge in primo luogo ai bambini meno abbienti, che provengono da famiglie di contadini. Negli anni che seguono si registra un vigoroso aumento delle richieste d’iscrizione. Cresce l’interesse della pedagogia ufficiale e delle istituzioni scolastiche, in Italia ed in Europa, per la metodica pizzigoniana.
Nel 1917 viene istituito il tirocinio speciale presso la “Rinnovata”; è del 1922 il volume Linee fondamentali e Programmi della Scuola Rinnovata. Il successo di questa formula scolastica rende necessaria la costruzione di un nuovo edificio, che fu inaugurato il 30 ottobre 1927. L’edificio richiama lo stile delle case coloniche lombarde e si estende su un’area di circa ventiduemila metri quadri, occupati dalle aule, da campi e strutture di agraria, da viali e cortili per il gioco e dalla piscina coperta.
Il metodo Pizzigoni propone un itinerario educativo che si sviluppa attraverso tutte le discipline, si basa sull’esperienza concreta e personale del bambino che ricerca e trova, per induzione, i principi generali. Il procedere per via induttiva, dall’esperienza alla sistematizzazione teorica, è modalità naturale di procedere della mente. «Scopo il vero, tempio la natura, metodo l’esperienza. L’applicazione del metodo sperimentale non si circoscrive a una lezione, ma tutte le penetra e le collega per l’infinita rete di riferimenti coi quali un fatto è allacciato a molti altri, cosicché i veri poteri mentali sono esercitati simultaneamente in una ginnastica tanto piacevole quanto fruttuosa» (G. Pizzigoni, 1921). Gli obiettivi: 1) combattere il verbalismo scolastico; 2) concepire come basilare nel percorso educativo l’attività fattiva dei bambini; 3) mantenere una grande attenzione verso la personalità dei singoli alunni, senza tralasciare il valore della collettività; 4) educare il bambino nella sua globalità, senza dimenticare le sue esigenze psicofisiche.
Il metodo si basa sul lavoro, l’ambiente e la pluralità degli interventi educativi. Nella scuola Rinnovata operano, infatti, docenti di Italiano, Matematica, Scienze, Musica, Educazione Motoria (compreso il nuoto), Storia-Geografia-Studi Sociali, Educazione all’Immagine, Lingua Inglese, Religione Cattolica, tutor di classe, nonché facilitatori all’apprendimento per la dispersione scolastica e specialisti nel sostegno agli alunni in situazione di handicap (si noti che l’insegnante unico – perlopiù maestra unica – è stata prassi universale fino a pochi anni fa e la nostalgia distruttiva degli ultimi ospiti di Viale Trastevere sta cancellando di fatto la pluralità degli educatori nella scuola elementare).
Nel 1929, ritiratasi dalla direzione della scuola, Giuseppina Pizzigoni continua l’attività di propaganda del proprio modello, in particolare organizzando e svolgendo il “corso annuale ai Maestri d’Italia”. Tra i suoi scritti: La scuola elementare rinnovata secondo il metodo sperimentale (1914); Linee fondamentali e programmi della scuola elementare rinnovata secondo il metodo sperimentale (1922); Le mie lezioni ai maestri delle scuole elementari d’Italia (1931) (che traccia sinteticamente le sue linee programmatiche per le varie discipline); Il lavoro nelle cinque classi elementari della “Rinnovata” di Milano (1940).
Dal 1933 esiste l’Opera Pizzigoni che continua la diffusione della sua proposta. Malgrado la sua vasta notorietà e il riconoscimento del suo lavoro, Giuseppina Pizzigoni morì povera all’ospizio Sant’ Anna di Saronno il 4 agosto 1947.
Giuseppina Pizzigoni
Fonti, risorse bibliografiche, siti
Olga Rossi Cassottana, Giuseppina Pizzigoni. Oltre il metodo: la teorizzazione nascosta, Brescia, La Scuola 1988
Francesco De Bartolomeis, Giuseppina Pizzigoni e la Rinnovata, La Nuova Italia 1953
Franco Frabboni, Riforma, Innovazione e Sperimentazione: Il Modello di Giuseppina Pizzigoni Intervento al Simposio tenuto il 19 ottobre 2002 in Rinnovata.
Franca Zuccoli (Insegnante della Rinnovata e supervisore al tirocinio e cultore della materia in Didattica generale all'Università della Bicocca di Milano), Il “Metodo Pizzigoni” oggi e presentazione della Rinnovata, Dicembre 2004
Video su “C6 Tv” La scuola Rinnovata Pizzigoni compie un secolo. Cosa regalarle? 100 ciliegi e tanta attenzione
Marco Todeschini
Marco Todeschini ama i soprannomi, che attribuisce e riceve. Tra quelli ricevuti apprezza “caminante”, che gli hanno dato a Montevideo, “andarilho” avuto a Porto Alegre e “vagamundo”, che si è dato da sé. Per osservare l'educazione in modo comparativo, gira il mondo; finché possibile, a piedi.
Fino al 2008 è stato docente di storia della pedagogia all'Università degli studi di Milano.