Dina Croce era stata una delle prime donne a unirsi alla Resistenza e fu una delle prime donne che entrarono a Milano con i partigiani dell’Oltrepò Pavese il pomeriggio del 27 aprile del 1945.
È nata a Santa Giuletta, un comune italiano in provincia di Pavia, il 23 settembre 1922. Era la sorella più piccola tra sei fratelli e sorelle.
Dina fin dai primi anni della sua vita crebbe seguendo gli ideali antifascisti, e davanti al padre rientrato a casa malridotto dalle manganellate dei fascisti per aver difeso un antifascista, Dina non ebbe dubbi da che parte stare.
La molla che fece scattare la ribellione in Dina fu il suo amore indescrivibile per la vita e la sua curiosità illimitata che la spinse ad occuparsi della politica, proprio perché alle donne era raccomandato di non occuparsene.
Come prima cosa cominciò la sua ribellione portando il cibo ai partigiani rifugiati in montagna: andava al forno a cucinare delle ciambelle, rubava dei salami e successivamente prendeva la sua bici e pedalava ore ed ore, senza temere i fascisti. Nascondeva il cibo in borse speciali che possedevano due “sottofondi”, tenendo ben in mente il percorso di 105 chilometri Milano-montagne, montagne-Milano.
Dina aveva il dono delle parole: convinse molti giovani coetanei a passare dalla parte opposta, dalle parte dei fratelli partigiani; dalla parte di chi ama la libertà e la difende con la vita.
Dina ha sempre lottato con le parole, anche se a volte non funzionavano, come quando i soldati fascisti bruciarono delle case, torturarono persone, violentarono molte ragazze e poi buttarono uomini e donne ancora vivi nelle fosse dei cadaveri in putrefazione.
Molte volte furono sul punto di catturarla, ma lei è sempre riuscita a scappare grazie anche alla sua fede e al suo crocifisso che sempre teneva stretto.
Dina ha sempre lottato per la libertà, riuscendo nel suo intento e mostrando con forza la differenza tra un fascista che usava la morte per lottare e un partigiano che usava l’amore per la vita per combattere.
Il 6 settembre 2020 all’età di 98 anni Dina è morta con la consapevolezza che le parole trionfano sempre sulla violenza.