Agathe Lasch

1879 - 1942
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Luise Sara Agathe Lasch nacque a Berlino il 4 luglio 1879, in una famiglia ebrea della media borghesia (il padre Siegbert era commerciante). Dopo studi superiori che l’avevano condotta a insegnare presso scuole femminili, Lasch conseguì la maturità, ma non potendo iscriversi all’università in Prussia, seguì corsi universitari dapprima a Halle, poi a Heidelberg, dove nel 1909 si addottorò sotto la guida di Wilhelm Braune.

 

Nel 1910, poiché in Germania la docenza universitaria era ancora interdetta alle donne, ottenne un impiego presso il prestigioso college femminile Bryn Mawr, in Pennsylvania, e da quell’anno fino alla fine del 1916 insegnò negli Stati Uniti in qualità di associate professor. Nel 1917 tornò in Germania e grazie all’interessamento di Conrad Borchling venne assunta presso l’Institut für Kolonialstudien, che poco tempo dopo divenne l’università di Amburgo. Qui Lasch conseguì la sua Habilitation e divenne la prima docente universitaria donna di germanistica in Germania (1923).

 

Nel 1926 fu istituita per lei una cattedra straordinaria di filologia del basso-tedesco (definizione che comprende le varietà linguistiche, oggi non standard, del tedesco settentrionale). Per quasi vent’anni, oltre che nella ricerca e disseminazione della conoscenza, la studiosa fu impegnata anche in un’intensa attività di insegnamento.

 

Interessata fin dal principio della sua carriera alla storia linguistica e culturale del basso-tedesco e del berlinese, insieme a Conrad Borchling e a una serie di allievi e collaboratori, Lasch diede inizio alla pubblicazione del Mittelniederdeutsches Handwörterbuch [Dizionario del basso-tedesco medio, dal 1928] e gettò le basi per lo Hamburgisches Wörterbuch [Dizionario dell’amburghese], che avrebbe visto il suo avvio solo decenni dopo. 

 

Tra le sue opere principali si possono citare la sua  dissertazione Geschichte der Schriftsprache in Berlin bis zur Mitte des 16. Jahrhunderts [Storia della lingua scritta a Berlino fino alla metà del XVI secolo], pubblicata nel 1910; Mittelniederdeutsche Grammatik (1914, ristampata nel 1974) [Grammatica del basso-tedesco medio]; Der Anteil des Plattdeutschen am niederelbischen Geistesleben im 17. Jahrhundert (tesi di abilitazione, 1919) [La presenza del Plattdeutsch nella vita intellettuale della Niederelbe nel XVII secolo]; Aus alten niederdeutschen Stadtbüchern. Ein mittelniederdeutsches Lesebuch (1925, ripubblicato con bibliografia ampliata nel 1987) [Da antichi libri cittadini basso-tedeschi. Antologia del basso-tedesco medio]; Berlinisch. Eine berlinische Sprachgeschichte (1928) [Il berlinese. Una storia linguistica di Berlino], nonché una serie di studi linguistici e filologici sulla storia e le testimonianze del basso-tedesco dal primo Medioevo alla prima età moderna. 

 

Fu autrice di numerose recensioni, che dimostrano la sua presenza attiva e critica nel panorama accademico, scrisse molti articoli brevi dedicati all’approfondimento di singole parole o espressioni del basso-tedesco e tenne diverse conferenze su questi temi. È ricordata per avere ipotizzato la presenza nel basso-tedesco medievale della cosiddetta Zerdehnung, un fenomeno di dittongamento delle vocali brevi in sillaba aperta accentata, che sarebbero poi diventati vocali lunghe. 

 

Con l’avvento del Nazismo, Lasch riuscì a conservare il proprio posto di docente solo fino al 30 giugno 1934, nonostante l’interessamento di colleghi e allievi; dopo quella data fu costretta al pensionamento anticipato. Progressivamente privata del diritto di scrivere e pubblicare e di condurre ricerche presso archivi e biblioteche, nel 1937 tornò a vivere a Berlino con le sorelle Elsbeth e Margarete. 

Dal 1934 fino al 1939 cercò di trovare un posto di lavoro all’estero, ma in un modo o nell’altro tutti i suoi sforzi personali e quelli di chi si era esposto a suo favore non ebbero esito; in particolare la candidatura per una docenza presso l’università di Tartu, in Estonia, incontrò una violenta opposizione da parte delle autorità tedesche, mentre i tentativi di riavere un posto presso il Bryn Mawr College furono resi vani dalla scarsità di posizioni lavorative disponibili al tempo nell’istituto statunitense. 

Nel luglio 1942 una retata della Gestapo sequestrò tutta la biblioteca personale della studiosa, che un mese dopo fu costretta con le sue sorelle ad aggregarsi a uno dei “trasporti” di ebrei tedeschi verso est in partenza il 15 agosto. Si presume che Agathe Lasch sia stata fucilata dai nazisti immediatamente dopo l’arrivo a Riga, il 18 agosto 1942.

 

Lasch, formatasi alla scuola neogrammaticale di Wilhelm Braune, ebbe sempre chiaro il rapporto tra storia della lingua, della cultura e della società, in una visione straordinariamente moderna e dinamica degli studi linguistici e filologici. In quanto donna, tedesca ed ebrea nelle circostanze storico-politiche che interessarono la Germania tra il primo e il quarto decennio del XX secolo, dovette sperimentare di volta in volta la discriminazione negli studi, l’emigrazione economica, la disoccupazione, la privazione dei diritti, la deportazione e infine la morte violenta: questo ha fatto sì che Agathe Lasch sia ricordata non solo per il suo enorme contributo alla filologia e linguistica del basso-tedesco, ma anche come memoria della condizione delle donne e della persecuzione degli ebrei d’Europa durante il Dodicennio nero e la seconda guerra mondiale. 

 

Alcuni ex allievi avevano avanzato la proposta di dedicarle una via ad Amburgo già alla fine degli anni ’40 del Novecento: la proposta, più volte lasciata cadere e più volte ripresa, ebbe un esito felice solo nel 1970, quando alla studiosa fu intitolato lo Agathe-Lasch-Weg. 

Negli ultimi decenni, invero, le iniziative si sono moltiplicate: il primo ottobre 2004 è stata inaugurata la Agathe-Lasch-Platz nel quartiere centrale di Berlino-Halensee (una piazza triangolare di 30m x 30 tra il Kurfürstendamm, Johann-Georg-Straße e Joachim-Friedrich-Straße); portano il nome di Lasch un auditorium dell’università di Amburgo (dal 4 ottobre 1999), un premio a lei dedicato, assegnato a cadenza triennale dal governo della città di Amburgo a giovani studiosi che si siano distinti negli studi sul basso-tedesco (dal 1992) e un “Coaching-Programm für Juniorprofessorinnen und Habilitandinnen” fondato presso l’università di Amburgo nel 2013 e dal 2017 sviluppatosi nel programma “Agathe-Lasch-Coaching plus divers”, orientato a offrire pari opportunità a studiose e studiosi all’inizio della loro carriera che per vari motivi si trovino in situazione di svantaggio. 

 

“Pietre d’inciampo” in sua memoria sono state collocate ad Amburgo, sia davanti alla sua casa in Gustav-Leo-Straße 9 (Hamburg-Nord, Eppendorf, 2007) che all’ingresso dell’edificio principale dell’università di Amburgo, Edmund-Siemers-Allee 1 (22 aprile 2010). Nel 2010 a Berlino sono state collocate tre pietre d’inciampo in ricordo di Agathe, Elsbeth e Margarete Lasch davanti alla loro casa in Caspar-Theyß-Straße 26, nel distretto di Charlottenburg-Wilmersdorf–Schmargendorf. Una pietra memoriale è stata installata presso il Giardino delle donne, nello Ohlsdorfer Friedhof di Amburgo.

Fonti, risorse bibliografiche, siti

Agathe-Lasch-Coaching plus divers, università di Amburgo, <https://www.uni-hamburg.de/gleichstellung/foerderungen/agathe-lasch-coaching.html> (ultimo accesso 4.5.2021).

 

Garten der Frauen e.V., <www.garten-der-frauen.de> (ultimo accesso 30.4.2021).

 

Martta Jaatinen, Professor Dr. Agathe Lasch zum Gedächtnis, “Neuphilologische Mitteilungen”, 48/3, 1947, pp. 130-141.

 

Christine M. Kaiser, Agathe Lasch (1879-1942). Erste Germanistikprofessorin Deutschlands, Teetz/Berlin, Hentrich & Hentrich, 2007.

 

Sonja Kobold, Matthias Harbeck, “Aus der Bibliothek Agathe Lasch” – Provenienzforschung an der Universitätsbibliothek der Humboldt-Universität zu Berlin, Schriftenreihe der  Universitätsbibliothek der Humboldt-Universität zu Berlin, Berlin, 2008.

 

Ina Lorenz, Dr. Agathe Lasch, <www.stolpersteine-hamburg.de/index.php?MAIN_ID=7&BIO_ID3115> (ultimo accesso 30.4.2021).

 

Helmut Löhlöffel, Dr Agathe Luise Lasch, <https://www.stolpersteine-berlin.de/de/biografie/2858> (ultimo accesso 30.4.2021).

 

Municipio di Berlino, Rede des Baustadtrat Klaus-Dieter Gröhler zur Benennung der Anlage zwischen Johann-Georg-Straße, Joachim-Friedrich-Straße und Kurfürstendamm nach Agathe Lasch am 1.10.2004, disponibile online alla pagina <berlin.de> (ultimo accesso 20.6.2020).

 

Mirko Nottscheid, Christine M. Kaiser, Andreas Stuhlmann (hg.), Die Germanistin Agathe Lasch (1879-1942). Aufsätze zu Leben. Werk und Wirkung, Nordhausen, Verlag Traugott Bautz, 2009 (vari contributi).

 

Robert Peters, Timothy Sodmann (hg.), Agathe Lasch. Ausgewählte Schriften zur niederdeutschen Philologie, Neumünster, Karl Wachholtz Verlag, 1979.

 

Ingrid Schröder, “... den sprachlichen Beobachtungen geschichtliche Darstellung geben” – die Germanistikprofessorin Agathe Lasch, in Rainer Nicolaysen (Hg.), Das Hauptgebäude der Universität Hamburg als Gedächtnisort, Hamburg, Hamburg University Press, 2011, pp. 81-111.

 

Inge Stephan, “tear down […] outdated views”. Agathe Lasch, an academic revolutionary, in Key Documents of German-Jewish History, 25 aprile 2021.

 

www.agathe-lasch.de/ (sito a cura di Christine M. Kaiser) (ultimo accesso 30.4.2021).

Referenze iconografiche: Agathe Lasch, 1920 circa. Fonte: Stolpersteine. Immagine in pubblico dominio.

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Valeria Di Clemente

Valeria Di Clemente insegna filologia germanica presso l’università di Catania, sede di Ragusa. Si occupa di lingua e letteratura medica nel Medioevo germanico, antroponimia, presenza dell’elemento linguistico e culturale germanico nella Scozia medievale, women’s studies (Europa settentrionale e Scandinavia nel Medioevo), ricezione del mito e della letteratura germanica nella produzione culturale contemporanea, Early Scots e letteratura scozzese medievale. Il suo profilo pubblico è consultabile al link http://www.sdslingue.unict.it/docenti/valeria.diclemente/.

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